Sante Messe in rito antico in Puglia

martedì 28 gennaio 2014

NEGLI STATI UNITI LA RICCHEZZA DELLA LITURGIA ROMANA E' SEMPRE PIU' ACCESSIBILE

da Paix Liturgique



"La Lettera Apostolica, Summorum Pontificum Motu Proprio data, del Sommo Pontefice Benedetto XVI del 7 luglio 2007, entrata in vigore il 14 settembre 2007, ha reso più accessibile alla Chiesa universale la ricchezza della Liturgia Romana " (Istruzione Universæ Ecclesiæ del 30 aprile2011).

Circa tre anni dopo la pubblicazione dell'istruzione per l'applicazione del Motu Proprio, l'effetto del Summorum Pontificum non si è fermato e l'universalità della liturgia romana si rafforza ogni giorno di più. Per iniziare bene il 2014, questo mese vogliamo fare il punto sui progressi della forma straordinaria negli Stati Uniti.


A) Partiamo da New York, e, più precisamente, da Staten Island. Il 12 ottobre 2013, dopo 48 anni di assenza, la messa tradizionale è ritornata. Non ancora in un quadro domenicale e settimanale, certo, ma con un notevole successo, come testimonia un fedele: "Contrariamente a ciò che immaginavo, e probabilmente anche a quello che si immaginavano coloro che avevano programmato una messa alle 19:30 di un sabato di ottobre, eravamo più di un centinaio." Questa messa organizzata nella chiesa del Sacro Cuore, una chiesa storica del quartiere, è stata celebrata dal parroco che ha raccontato di avere imparato a celebrare per quella occasione. E dunque, come nota un fedele, "un sacerdote si darà da fare per imparare a celebrare la messa tradizionale solo per soddisfare un pugno di fanatici una o due volte l'anno?, o forse questo parroco crede nel valore spirituale di questa messa e vuole reintrodurla in modo regolare nella sua parrocchia?, se è riuscito a radunare un centinaio di persone per un sabato sera, quante riuscirà a metterne insieme la domenica mattina alle 10 e mezza?". Noi non sapremmo dire di più. Per inciso, ecco un ultimo dettaglio che questo fedele ci ha raccontato "come ad ogni messa alla quale io abbia potuto assistere a New York, alcune signore asiatiche ci attendevano all'ingresso della chiesa per distribuire con gentilezza dei libricini per aiutarci a ben seguire e partecipare alla messa".


B) Come dimostra questo parroco di Staten Island, e come abbiamo avuto spesso occasione di scrivere, la formazione dei sacerdoti è uno dei punti cardine per lo sviluppo della messa negli Stati Uniti. A questo riguardo, in un'intervista alla rivista Regina, Byron Smith, segretario di Una Voce America, ci spiega che più di 1000 sacerdoti del paese hanno già seguito un corso per l'apprendimento della messa tradizionale. I canonici di Cantius (vedi la nostra lettera francese n. 260) sono sempre tra i più zelanti divulgatori della liturgia tradizionale: dal 10 al 13 ottobre hanno anche tenuto un corso per i seminaristi della diocesi di Detroit.


C) Nel 2013, la diocesi di Detroit è, a guardare bene, un perfetto manifesto dell'armonioso sviluppo della forma straordinaria negli stati uniti: oltre a questa sessione di formazione per i seminaristi diocesani, ha visto a fine agosto il ritorno della liturgia tradizionale nella Cattedrale del Santo Sacramento come richiesto dal gruppo locale di Juventutem. In quell'occasione ad officiare è stato Monsignor Hanchon, uno dei vescovi ausiliari. Qualche settimana più tardi, è stato Monsignor Reiss, un altro vescovo ausiliare, ad aver conferito il sacramento della Cresima a 16 fedeli della comunità Summorum Pontificum della chiesa di San Josafat. Coinvolgimento di vescovi, accesso ai sacramenti, formazione dei seminaristi: ecco una diocesi in cui le ricchezze del Motu Proprio sono ben condivise. Una situazione che suscita una certa invidia vista da questa sponda dell'Atlantico...


D) Nella diocesi di Galveston-Houston, il cardinale DiNardo, arcivescovo, ha offerto ai fedeli una parrocchia personale il giorno dell'Assunzione. Nel corso di una cerimonia presieduta dal vicario episcopale, don Van Vliet, della Fraternità San Pietro, (FSSP), ha ricevuto l'incarico di guidarla. Battezzata Regina Cæli, questa parrocchia non ha ancora una chiesa tutta sua, ma ha ottenuto l'autorizzazione di costruire su un terreno avuto in donazione a nord ovest della città. Per finire bene il 2013, il 23 dicembre, è stata la volta del vescovo di Springfield (Illinois), che ha eretto la cappellania Santa Rosa di Lima a parrocchia personale, anche in questo caso affidandola alla FSSP.


E) Sulla costa occidentale, in ogni caso, non sono rimasti indietro, fondamentalmente per la presenza di due arcivescovi ammirevoli: Monsignor Sample, a Portland (vedi la nostra lettera 44), e Monsignor Salvatore Cordileone, a San Francisco. Quest'ultimo, in particolare, non solo appoggia volentieri la maggior parte delle iniziative Summorum Pontificum che gli vengono proposte, ma se ne fa anche direttamente promotore presso il clero e i fedeli. Così, dalla domenica della Trinità è stato per la richiesta personale dell'arcivescovo di San Francisco che la messa tradizionale ha trovato una degna collocazione nella chiesa Star of the Sea (Stella Maris) tutte le domeniche alle 11, che dire di più?


F) Queste buone notizie dagli Stati Uniti non ci devono far pensare che invece altrove si sia giunti ad un punto morto. In Europa, per esempio, continuano ad apparire nuove messe, ed altre a guadagnare visibilità e facilità di accesso. Basti pensare alla Spagna, dove la stampa locale di Gijon nelle Asturie, ha raccontato del trasferimento della messa in una chiesa del centro storico della città, ma anche a Segovia che ormai può contare sull'apostolato dell'Istituto del Cristo Re due domeniche al mese alle 19 presso la chiesa di San Sebastián. Da giugno anche la Slovenia vede una prima applicazione mensile del Motu Proprio a Maribor.


G) Dietro a questo sviluppo che potremmo chiamare "organico" del Motu Proprio, c'è da segnalare che la promozione puntuale della forma straordinaria non conosce riposo: Monsignor Schneider, instancabile servitore della riforma liturgica, ha anche celebrato un triduo in Irlanda per l'inizio dell'Avvento; Monsignor Bartulis, vescovo di Siauliai in Lituania, abituale frequentatore del pellegrinaggio di Chartres, ha celebrato una messa pontificale quest'estate durante un seminario liturgico nella sua diocesi; ancora più ad est il cœtus Summorum Pontificum di Mosca (che ha la messa tutte le domeniche alle 17 nella cripta della cattedrale) ha patrocinato un viaggio di presentazione della messa tradizionale nella città di Berezniki, ai piedi degli Urali; infine la dinamica comunità di Hong Kong, che già esisteva prima del Motu Proprio, in occasione della domenica di Gaudete, ha inaugurato un ciclo di conferenze liturgiche con una presentazione da parte di Monsignor Schneider dei benefici e della necessità urgente della comunione in ginocchio e sulle labbra, oggetto del suo ultimo libro pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana.


H) A dispetto del cambio di pontificato, l'effetto Summorum Pontificum non si è arrestato nel 2013, e scommettiamo che sarà lo stesso quest'anno. Per una semplice ragione: la domanda e il bisogno sono ben lontani dallo spegnersi.
 

sabato 18 gennaio 2014

NOTA UFFICIALE SUL DISAGIO SPIRITUALE E PASTORALE DEI FEDELI PRIVI DELL’APPLICAZIONE DEL SUMMORUM PONTIFICUM IN ITALIA IN QUESTO INIZIO DEL 2014

fonte: http://www.summorumpontificum.org/

Il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum desidera richiamare nuovamente l’attenzione dei fedeli e di quanti – religiosi e laici – hanno a cuore la piena e pacifica applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, sulle situazioni di grave disagio spirituale e pastorale dovute alla soppressione di numerose regolari celebrazioni della Santa Messa nella forma straordinaria del rito romano finora assicurate dai Frati Francescani dell’Immacolata. In tal modo, il Coordinamento intende dar voce ai fedeli che hanno subito incolpevolmente la perdita di tante S. Messe, affinché non venga loro negata la cura pastorale che essi filialmente attendono dalla Chiesa.

In proposito, è inevitabile rilevare, purtroppo, che le preoccupazioni espresse dal Coordinamento nella sua precedente nota del 31 luglio scorso hanno trovato ampia conferma. Nelle ultime settimane il Coordinamento ha cercato di raccogliere utili informazioni in ordine a tale doloroso problema, ed ha potuto così appurare che all’11 luglio 2013 (quando, per effetto del noto Decreto della Congregatio Pro Institutis Vitae Consecratae et Societatibus Vitae Apostolicae, sono state sospese tutte le celebrazioni officiate dai Frati Francescani dell’Immacolata) la S. Messa tradizionale risultava celebrata – almeno settimanalmente, ma spesso quotidianamente – pressoché in tutte le 27 Case dell’Istituto (ci si riferisce, ovviamente, alle sole Case ubicate in Italia). Inoltre, essa era celebrata presso le parrocchie affidate ai Frati: si segnalano, in particolare, le parrocchie di Ognissanti a Firenze, di S. Spirito a Ferrara, di S. Maria Maggiore a Trieste, di S. Domenico a Teramo. Infine, la S. Messa era presente presso il Santuario della B. V. Addolorata di Campocavallo (AN), il Seminario di Sassoferrato (AN), nonché presso la Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo a Roma (la “Nunziatina”). In totale, dunque, circa 33 celebrazioni regolari della S. Messa tradizionale. Oggi, a quanto risulta al Coordinamento, la celebrazione è cessata presso tutte le Case conventuali (tre delle quali, tra l’altro, sono state chiuse, così come il Seminario di Sassoferrato), poiché – sempre a quanto consti – non è stata concessa dal Commissario Apostolico la necessaria autorizzazione. È altresì cessata presso le parrocchie di Ferrara e di Trieste, nonché presso la Nunziatina; mentre permane presso le parrocchie di Ognissanti a Firenze e di S. Domenico a Teramo, e presso il Santuario di Campocavallo. Su circa 33 S. Messe, dunque, ne sopravvivono – per quanto risulta al Coordinamento – soltanto 3.

A fronte di ciò, sono segnalate anche ulteriori soppressioni di regolari celebrazioni della Santa Messa tradizionale; soppressioni che – intervenute per decisione, talora improvvisa ed inattesa, delle competenti Autorità – non sembrano trovare motivo né nel disinteresse dei fedeli (i quali, anzi, ne risultano dolorosamente sorpresi), né in particolari esigenze pratiche o organizzative. In questo quadro, si segnala come tristemente emblematica la soppressione della S. Messa celebrata con costante regolarità sin dal 2001 il primo sabato di ogni mese nella Cappella Cesi della Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. Il Coordinamento, preso atto della mancanza di qualunque comunicazione ufficiale in merito alla questione, con nota del proprio promotore per il Lazio inoltrata alla Basilica nei giorni scorsi, ha chiesto di sapere se si tratti di una soppressione definitiva o di una sospensione temporanea, e quali siano le ragioni della decisione assunta, e resta in fiduciosa attesa di tali chiarimenti.

Con la soppressione per così dire unilaterale di tante celebrazioni, sono state tristemente colpite la sensibilità e la serenità spirituali dei numerosi fedeli che, in piena obbedienza alla Santa Chiesa, e confortati dalla protezione del diritto, trovavano nella viva partecipazione alla S. Messa celebrata secondo il Messale promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII – il quale  “ob venerabilem et antiquum eius usum debito gaudeat honore[1] – il proprio insostituibile nutrimento spirituale, ed “una forma, particolarmente appropriata per loro, di incontro con il Mistero della Santissima Eucaristia[2]. Il sentimento di aspra privazione che colpisce tutti questi fedeli, richiama alla mente le illuminate parole di S.S. Benedetto XVI: “ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso[3]. È ugualmente dolorosa la sensazione, spesso suscitata dalle recenti vicende, che, attraverso la soppressione di tante celebrazioni, già felicemente inserite nella vita pastorale di più d’una comunità parrocchiale, o fruttuosamente inquadrate nella vita liturgica delle chiese principali onde “Liturgiam Romanam in Antiquiori Usu, prout pretiosum thesaurum servandum, omnibus largire fidelibus[4], si voglia come allontanare la S. Messa tradizionale dal cuore pulsante della Chiesa, e creare una sorta di periferia liturgica per quei fedeli – quasi fedeli “di serie B” – che amano la S. Messa di San Pio V e vi vedono la mirabile espressione della fede cattolica tutta intera.

Il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum rinnova dunque il proprio accorato appello ai Pastori della Chiesa, perché, con paterna sollecitudine, vogliano assicurare la ripresa della regolare celebrazione delle SS. Messe recentemente soppresse, affinché quanti ne avvertono la spirituale esigenza possano continuare a vivere la loro fede al ritmo della forma straordinaria della Sacra Liturgia: l’uso della Liturgia tradizionale, infatti, è una facoltà elargita per il bene dei fedeli, da interpretare in senso favorevole ai fedeli stessi, che ne sono i principali destinatari[5].

Piacenza, 13.1.2014



[1] “Deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico”. Motu Proprio Summorum Pontificum, art. 1.
[2] S.S. Benedetto XVI, Lettera ai Vescovi di tutto il mondo per presentare il “Motu Proprio” sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla riforma del 1970.
[3] S.S. Benedetto XVI, Lettera ai Vescovi di tutto il mondo per presentare il “Motu Proprio” sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla riforma del 1970.
[4] “Offrire a tutti i fedeli la Liturgia Romana nell’Usus Antiquior, considerata tesoro prezioso da conservare”. Istruzione Universae Ecclesiae, 8, a).
[5] Cfr. Istruzione Universae Ecclesiae, 8, b): “(…) considerando ipsum Usum Liturgiae Romanae anno 1962 vigentem esse facultatem ad bonum fidelium datam, ac proinde in favorem fidelium benigne esse interpretandam, quibus praecipue destinatur”.

venerdì 10 gennaio 2014

Dominica secunda post Epiphanìam


Sabato 18 gennaio



Celebrazione della Santa Messa nella forma "straordinaria" del Rito Romano, col Messale del 1962 del Beato papa Giovanni XXIII, secondo le disposizioni del Motu Proprio "Summorum Pontificum" di S.S. Benedetto XVI

Santa messa "letta" valevole per il precetto festivo





- Monopoli -
Chiesa S. Francesco d'Assisi
piazza Vittorio Emanuele
ore 17,45




sabato 4 gennaio 2014

Solennità dell'Epifania: Santa Messa a Monopoli


Lunedì 6 gennaio
Solennità
dell'Epifania




Celebrazione della Santa Messa nella forma "straordinaria" del Rito Romano, col Messale del 1962 del Beato papa Giovanni XXIII, secondo le disposizioni del Motu Proprio "Summorum Pontificum" di S.S. Benedetto XVI

Santa messa "cantata" con l'esecuzione delle antifone proprie e di altri mottetti.





- Monopoli -
Chiesa S. Francesco d'Assisi
piazza Vittorio Emanuele
ore 17,45